Il paese brulicava di figli d’Israele: Es 1,1-7 (seconda parte)

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La proliferazione segno di vita e benedizione

Il v. 7 è un tripudio di affermazioni sulla crescita del popolo. Cinque verbi, in un solo versetto, sono utilizzati per raccontare uno straordinario incremento numerico, mentre più avanti nelle piaga delle rane si narrerà la loro crescita con un solo verbo (Es 8,3). Questo modo di raccontare richiama due circostanze della Genesi.

La prima è la promessa fatta da Dio ad Abramo di una grande discendenza: «Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione» (Gen 12,2) e ancora «Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò» (Gen 17,5). Questo adempimento è anticipato in Gen 47,27 e via via che il racconto dell’esodo procede, esso mostra la realizzazione della promessa fatta ad Abramo e alla sua famiglia (1,9.10.12.20).

La seconda richiama i racconti della creazione e ri-creazione di Gen 1,28 e 9,1.7. Israele è stato prolifico (stesso vocabolo di Gen 1,28), si è moltiplicato e ora riempie la terra o il paese. Il termine áeres£ può significare sia la terra di Gen 1,28 e 9,1 sia il paese dell’Egitto. Il dato certo però è che, per il nostro autore, le intenzioni di Dio nella creazione si realizzano in questa famiglia, vale a dire che quello che sta accadendo è uno sviluppo dei disegni creazionali di Dio. Ecco che quindi Israele è il punto d’inizio di Dio per la realizzazione del suo progetto a favore di tutti.

In questi testi che narrano la crescita prodigiosa si svela l’opera creazionale e benedicente di Dio. Non è un’azione grandiosa e prodigiosa ma lenta e continua. Dietro di essa, però, vi è Dio che agisce in e mediante i doni presenti nella creazione, in particolar modo quello della vita. Sarà questo agire di Dio nella creazione il fondamento imprescindibile per la futura opera di liberazione e redenzione, senza la quale non ci sarebbero uomini da liberare e redimere. Il Dio che salva ha agito fino ad ora per mantenere in vita il popolo nel corso del suo pellegrinare. L’opera redentrice di Dio non dovrebbe dunque essere vista come un somma di interventi contingenti, ma come una intensificazione dell’opera continua del Dio creatore. In entrambe le letture si tratta di un’opera che genera vita e benedizione, in quanto Dio è un Dio della vita e della benedizione. Egli svolgerà un’azione di liberazione e redenzione nel caso in cui questi doni fossero minacciati o venissero a mancare. Il proseguo del racconto mostrerà come tale minaccia sia reale, rendendo necessaria l’opera liberatrice e redentrice divina.

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