Salmo 5. Porgi l’orecchio alle mie parole (terza parte)

I malvagi, gli ultimi personaggi, vengono descritti ricorrendo a quattro simboli somatici, tre dei quali hanno a che vedere con la parola: bocca, viscere, gola, lingua.

La loro bocca è carica di falsità, il loro cuore («viscere») continua a macchinare perfidie, la loro gola è come un sepolcro aperto, pronta a provocare unicamente che morte, la loro lingua è sinuosa e ambigua per questo piena di veleno mortale (cf. Gc 3,8).

Il salmista, carico di sdegno esplode in un eccesso di ira e inveisce (v. 11). C’è da dire che questo sentimento ricorrente nei Salmi (vedi il Salmo 58 o il 109) esprime tutta l’ostilità contro il male e l’ingiustizia. Scegliere il male equivale a ripudiare Dio ribellandosi a lui come è detto al v. 11.

La conclusione del salmo esce dallo uno scenario oscuro di condanna e maledizione, riproponendo la gioia e la pace per quanti contano su Dio (v. 12). Pace e gioia avvolge chi è fedele al Signore e la giornata che si sta aprendo, anche se segnata da fatica e ansia, avrà sempre su di sé, come scudo che copre e ripara, la benedizione divina (v. 13).

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