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Melchisedek, re di Salem

Tra i personaggio più curiosi dell’Antico Testamento c’è Melchisedek. Di lui non si conosce quasi nulla: «senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio… », così lo descrive l’autore della Lettera agli Ebrei (Eb 7,3).

In effetti nel racconto di Gen 14 compare e scompare all’improvviso, lasciando una scia di mistero.

Misterioso personaggio, ma carico di simboli. Melchisedek, che significa «re di giustizia, è re di Salem (cioè «re di pace») e sacerdote del Dio altissimo. A suo riguardo, lungo i secoli, si sono fatti molti studi, nel giudaismo e nel cristianesimo, ma anche in molte tradizioni esoteriche.

Nel racconto di Genesi compare quando va incontro a Abram che torna vittorioso da una spedizione grazie alla quale ha liberato il nipote Lot (cf. Gen 14,18-20). Gli offre pane e vino e benedice il patriarca. Abram allora decide di donargli la decima del suo bottino. Sono le uniche notizie che il libro della Genesi riporta.

La brevità di notizie ha prodotto una espansione immaginativa del personaggio Melchisedek. Nel Salmo 110, che evoca il Messia, lo si ritrova come figura perfetta di sacerdote:

Il Signore ha giurato e non si pente: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek”

Ciò non fa che incrementare la sensazione di mistero che lo circonda e prepara a quanto l’autore della Lettera agli Ebrei evocherà di lui.

Nella presente lettera del Nuovo Testamento, attribuita erroneamente a Paolo, il misterioso sacerdote, re di Salem, diventa figura di Gesù Cristo. Egli è eterno, essendo «senza padre e senza madre» e non avendo «né principio di giorni né fine di vita» (Eb 7,3), «Assimilato al Figlio di Dio, rimane sacerdote in eterno» (Eb 7,8). Il fatto che Abram gli abbia dato la decima del bottino è portato come prova di «quanto grande deve essere» (Eb 7,4).

Al pari di Melchisedek anche Cristo proviene da una famiglia non sacerdotale (non levita), il che sottintende la superiorità del suo sacerdozio. Anche se il punto è più sottinteso che espresso chiaramente, Melchisedek è come Cristo in quanto è re oltre che sacerdote. Praticamente tutto quello che l’autore di Eb 7 dice a proposito di Melchisedek va ad accrescere l’impressione che ci si è fatta di lui come una figura misteriosa che ispira timore reverenziale.

La brevità delle notizie su di lui più che sminuire la sua importanza, l’ha invece accresciuta tanto che la sua figura enigmatica ha catturato l’immaginario del pubblico biblico attraverso i secoli, in quanto protettore di Abram e precursore di Cristo.

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2 Commenti

  1. è la presenza di Dio nella storia. Detto episodio sembra il “riassunto” del cammino del popolo della salvezza.In Abram l’aspetto della vera “Fede”, che esce vittoriosa nella lotta totale – l’inseguimento di Abram è lungo tutto il territorio dell’allora Palestina e che segna il riconoscimento della presenza divina. Personalmente è come raffigurazione della lotta e risultato di tutta la storia della Salvezza.

  2. A propria insaputa l’uomo, fin dalle origini, ricrea l’inconscio di Dio: la sua onnipotenza. Povera Terra abitata da uomini “padroni” della Altrui povertà.

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